Semplificando al massimo, l’esposizione eccessiva alla Luce Blu determina invecchiamento precoce (prima del tempo) e accelerato (più veloce) della cute con modalità simili all’invecchiamento estrinseco provocato dalle radiazioni UV A.
I segni tipici di questo invecchiamento da Luce Blu sono la formazione di macchie scure della pelle, un colorito disomogeneo, rughe (anche indirette per affaticamento della vista che tende a far corrucciare l’espressione del viso), viso stanco con pelle spenta e meno tonica.
Meno visibile nell’immediato, ma molto dannoso e visibile nell’arco del tempo, è il danno alla funzione barriera della cute e quindi viene meno la sua funzione protettiva.
E una pelle che non è in grado di proteggersi è una pelle più facilmente aggregabile e quindi delicata, sensibile e predisposta a patologie.
Inoltre, Secondo una ricerca Estée Lauder presentata al Congresso Internazionale di Dermatologia Investigativa del 2018, l’esposizione alla luce blu che avviene durante le ore notturne interferirebbe con il ritmo circadiano naturale delle cellule della pelle.
Se esponiamo l’epidermide alla Luce Blu nelle ore notturne, le sue cellule continueranno a lavorare come se fosse giorno, compromettendo così il naturale processo di riparazione e rigenerazione che avviene di notte.
Le conseguenze sono i segni visibili dell’invecchiamento cutaneo e le occhiaie.
LUCE BLU – CICLO SONNO/VEGLIA – PELLE
Il nostro corpo attraverso occhi e cervello utilizza la Luce Blu naturale del mattino proveniente dal sole per regolare se stesso e per controllare i cicli sonno-veglia nelle 24 ore, detti ritmi circadiani.
Questa regolazione è possibile grazie ad una categoria di fotorecettoti, proteine retiniche dell’occhio, chiamate opsine.
Le opsine 1-SW, 2, 3, 4, 5, percepiscono la Luce Blu.
Recentemente sono state scoperte opsine anche nella pelle coinvolte nella regolazione dei ritmi circadiani e della pigmentazione.
La Luce Blu artificiale emessa dai dispositivi elettronici ha un impatto negativo su questi fotorecettori cutanei, che intervengono nel meccanismo di fototrasduzione di segnali nella pelle.
COME FARE PER PROTEGGERE LA TUA PELLE?
- mettere in atto tutti i comportamenti che ti ho scritto qui come correggere posizioni scorrette davanti agli schermi e fare delle pause
- evitare di usare gli schermi di smartphone e computer prima di addormentarsi (o solo per un brevissimo tempo, visto che molte persone lo utilizzano per rilassarsi prima di dormire)
- analogamente, usare una crema solare protettiva nei confronti della Luce Blu di origine naturale, dal Sole, quando ci esponiamo ad esso (per esempio in vacanza o durante l’attività sportiva): la protezione solare deve estendersi, oltre allo spettro UVA e B, all’HEV dello spettro visibile.
QUALI CARATTERISTICHE DEVE AVERE UN PRODOTTO COSMETICO SPECIFICO CONTRO LA LUCE BLU?
Ce ne sono diversi in commercio ma quando li ho studiati sono rimasta un po’ delusa (e devo dire anche sconcertata).
A mio avviso, ed è questa la strategia formulativa che ho adottato in HEVOLUTA crema viso protettiva anti Luce Blu, sono 2 i punti fondamentali da tenere sempre presenti:
- fare in modo di fermare (o “trasformare”) la maggior parte delle radiazioni Luce Blu prima che interagiscano con la pelle
- agire direttamente sulla pelle per prevenire e/o riparare i danni formati dopo che la restante parte di Luce Blu ha interagito con la pelle.
PUNTI CHIAVE DA RICORDARE PER “SALVARTI LA PELLE”
- in primavera e in estate, quando ti esponi al Sole, non è sufficiente una crema solare che ti protegga da UV B e UV A, ma deve anche avere una protezione contro la Luce Blu (soprattutto la banda vicina all’UV A).
Come fai a sapere se la crema ti protegge veramente dagli UVB?
Per legge, in etichetta deve essere scritto SPF seguito da un numero a seconda del grado di protezione: lieve, moderata, alta.
Ricorda che, secondo quanto previsto dalla normativa vigente, i prodotti che possono essere definiti come protettivi solari devono possedere un valore di SPF compreso nei seguenti range:
-
SPF 6-10 (protezione solare bassa);
-
SPF 15, 20 o 25 (protezione solare media);
-
SPF 30-50 (protezione solare alta);
-
SPF ≥ 50+ (protezione molto alta).
NON ESISTONO PRODOTTI A PROTEZONE O SCHERMO TOTALE.
IMPORTANTE:
un SPF 15 blocca circa il 95% dei raggi UV B,
un SPF 30 ne blocca il 97%,
un SPF 50 e 50+ dal 98% in su.
Come si vede, la differenza tra SPF medi e alti non è percentualmente molto diversa.
Come fai a sapere se la crema ti protegge veramente dagli UVA?
Per legge, in etichetta è presente il simbolo del cerchio con dentro scritto UVA solo se il produttore ha fatto analisi specifiche e ha effettivamente dimostrato di proteggere la pelle da esse
- questo vale anche in inverno, in quanto i vetri delle finestre fermano gli UV B ma non le radiazioni UV A e tantomeno la Luce Blu
- qualunque sia la stagione dell’anno, se lavori al chiuso e/o davanti ai device stendi sul viso una crema che ti protegga dalla Luce Blu, sia direttamente fermando la maggior parte di queste lunghezze d’onda, sia indirettamente, cioè agendo sui danni che si sono probabilmente generati dalla loro interazione con la pelle
- non dimenticare la zona del contorno occhi e proteggila con prodotti specifici
- molto utile la crema da notte, nutriente e lenitiva; un attivo molto interessante è costituito dalla melatonina – la crema che sto formulando, totalmente naturale, contiene melatonina, bakuchiol e altre interessanti ed efficaci, sostanze di cui ti parlerò prossimamente
- assumi integratori contenenti sostanze antiossidanti come vitamina C, vitamina E, beta-carotene, astaxantina ma anche manganese e omega-3.
DANNI INDIRETTI SULLA PELLE PROVOCATI DALLA LUCE BLU
Ci sono poi i danni INDIRETTI provocati dalla luce blu, spesso sottovalutati: trascorrere troppo tempo davanti ai dispositivi, così come l’abitudine di non spegnerli la notte, porta all’alterazione dei ritmi circadiani, che regolano l’alternanza sonno-veglia nelle 24 ore.
Di notte, del resto, la pelle mette in atto i suoi processi riparativi più importanti, specie tra le 22 e le 4 del mattino, la finestra temporale che gli esperti chiamano ORE D’ORO, la migliore per combattere i radicali liberi perché aumenta la produzione di collagene ed elastina, proteine alla base del tessuto connettivo.
Ecco perché il sonno è il principale alleato della bellezza, vero e proprio BEAUTY SLEEP, e perché i dermatologi consigliano di riservare alla notte i trattamenti più ricchi, per supportare questa rigenerazione naturale.
Se invece si resta svegli davanti a un display (pc, cellulare, e-reader o TV) o prendi sonno molto tardi, tutto ciò non avviene.
Ti invito nel gruppo FB “VIVI SANO SE DORMI SANO” in cui tratto in modo specifico tale argomento.
Ma perché è importante dormire quando il corpo reclama il meritato riposo?
Innanzitutto, nel sonno i nostri vari organi possono fare tutto quello che non possono fare di giorno, perché occupati in altre mansioni: durante il sonno le cellule e quindi i tessuti e gli organi possono ripararsi, rigenerarsi, depurarsi, ristrutturarsi e molto altro.
Il segreto del buon invecchiamento cellulare sta anche nel buon sonno, dato che dormire bene è utile per proteggere i telomeri. Te ne parlo in questo video.
I telomeri sono piccole sequenze nucleotidiche ripetute situate alle estremità finali dei cromosomi che il biologo russo Olovnikov battezzò “telomeri” (dal greco tèlos, fine e mèros, parte ).
Pensa ai telomeri come i piccoli pezzetti di plastica posti alle estremità delle stringhe delle scarpe: i telomeri proteggono il “laccio” a doppia elica del DNA e gli impediscono di sfilacciarsi durante i momenti delicati e instabili delle divisioni cellulari.
A ogni divisione cellulare però, i telomeri delle cellule figlie sono più corti rispetto a quelli della cellula madre, e così via. Quando questi continui sminuzzamenti rendono il telomero un moncherino quasi inesistente, la cellula non si divide più (senescenza cellulare).
Esiste però un “sistema enzimatico” chiamato Telomerasi che ripara le punte dei cromosomi e che, in certe condizioni, permette ai telomeri di ripararsi, posticipando così la morte delle cellule.
Come poter aumentare la produzione dell’enzima Telomerasi?
Essenzialmente in 2 modi: dormendo e facendo attività fisica.
Molti studi dimostrano che chi dorme soltanto 5 ore a notte ha telomeri più corti rispetto a chi ne dorme almeno 7.
Tra i telomeri che, in chi dorme meno di sette ore, si accorciano più rapidamente, ci sono infatti quelli di un tipo di linfocita del sistema immunitario, chiamato linfocita T CD8, che perde la capacità di proteggerci dagli invasori, facendoci ammalare di più e invecchiare prima (immunosenescenza).
Per quanto riguarda l’esercizio fisico, uno studio su 1.200 coppie di gemelli, che permette quindi di isolare gli effetti dell’esercizio fisico dai fattori genetici, mostra che il gemello più attivo ha telomeri più lunghi di quello sedentario: infatti, il gemello sportivo produce un ormone che i muscoli rilasciano dopo l’esercizio fisico, chiamato Irisina, che, oltre a bruciare i grassi, protegge le ossa e incrementa l’azione rigeneratrice della telomerasi.
Un esercizio moderato, eseguito tre volte la settimana per tre quarti d’ora, in sei mesi raddoppia l’attività della telomerasi … e concilia il sonno.